Una controversia si origina in occasione di una “lite” tra due (o più) parti: questa non è da intendersi, naturalmente, nell’accezione colloquiale di “zuffa”, quanto piuttosto di disaccordo tra soggetti contrapposti.
Pensiamo, ad esempio, ad un mancato adempimento (quale può essere la mancata consegna di un bene già pagato) o alla richiesta di risarcimento per un danno causato da una parte nei confronti dell’altra (ad esempio, un danno derivante da un incidente stradale a seguito dell’impatto tra due veicoli).
In questi casi, qualora non si riesca da soli ad ottenere la soddisfazione delle proprie pretese, ci si potrà rivolgere ad un legale per farsi assistere.
Come è possibile, nei casi di controversia, risolvere il disaccordo insorto?
Il primo passo che l’avvocato normalmente compie, nell’interesse della parte, è il tentativo di “soluzione bonaria” della controversia: tradotto dal “giuridichese”, ciò significa che il legale tenta di mettere in contatto le parti in disaccordo, cercando poi di raggiungere una soluzione “pacifica” della lite insorta, che non prevede il ricorso al Tribunale.
In questa fase (cosiddetta “stragiudiziale”, dal latino extra iudicium, “al di fuori del Tribunale”) si cerca, in pratica, il raggiungimento di un accordo (la c.d. “transazione”).
Una volta trovato il punto d’incontro, le parti (o, per loro, i rispettivi legali) firmeranno un accordo, che dovranno poi eseguire di propria iniziativa.
Il vantaggio per i contendenti è duplice:
- non dovranno sostenere le spese necessarie per l’avvio di un giudizio in Tribunale (quali, ad esempio, costi per bolli e contributo unificato, di cui si dirà meglio in seguito);
- la rapidità della soluzione della controversia sarà senz’altro maggiore rispetto al caso del ricorso al Tribunale.
Quali sono i costi da sostenere in caso di soluzione “stragiudiziale” della causa?
Oltre alle spese vive anticipate dall’avvocato (ad esempio, per invio di raccomandate, eventuali trasferte, ecc.), se si raggiunge un accordo extragiudiziale non si dovrà, di regola, sostenere alcuna altra spesa.
Il compenso professionale spettante al legale, da tenere distinto rispetto alle spese vive, sarà individuato secondo i parametri indicati dalla legge (specificamente dal D.M. 55/2014), sulla base del valore della causa, secondo la seguente tabella ministeriale:
Valore |
Da € 0,01 a € 1.100,00 |
Da € 1.100,01 a € 5.200,00 |
Da € 5.200,01 a € 26.000,00 |
Da € 26.000,01 a € 52.000,00 |
Da € 52.000,01 a € 260.000,00 |
Da € 260.000,01 a € 520.000,00 |
Compenso | € 270,00 | €1.215,00 | €1.890,00 | € 2.295,00 | € 4.320,00 |
€ 5.870,00 |
Cosa succede se l’accordo non viene raggiunto?
Nel caso in cui l’accordo “stragiudiziale” non dovesse essere raggiunto (perché, ad esempio, la parte che dovrebbe pagare ritiene di aver già versato quei soldi; oppure perché ognuna delle due ritiene che sia stata l’altra ad aver causato il danno), l’unico rimedio restante, per colui che intenda far valere i propri diritti, è agire in Tribunale.